Terapia focale dei disturbi della sessualità
(a cura di Carlo Tetti)
La terapia sessuale è tipicamente una terapia breve focale. Focale perché delimita il campo del suo intervento ai disturbi della sessualità. Breve perché la durata del trattamento di solito va dai 3 ai 6 mesi.
Da un punto di vista teorico faccio riferimento all’approccio di Helen S. Kaplan, elaborato dalla Scuola Superiore di Sessuologia Clinica di C. Abraham e W. Pasini, presso la quale mi sono formato con un percorso biennale terminato nel 1989, conseguendo il titolo di Consulente in Sessuologia. Queste competenze specifiche si innestano su quelle più ampie di psicoterapeuta di orientamento psicoanalitico.
Quando è indicata
I pazienti spesso arrivano con una ben precisa richiesta legata ad un sintomo disfunzionale e l’obiettivo contrattuale è la soluzione di questo disagio.
Le patologie della sessualità più comuni tra gli uomini sono l’eiaculazione precoce, la disfunzione erettile, l’eiaculazione ritardata o assente, e la mancanza di desiderio.
Tra le donne le più frequenti sono la mancanza di desiderio o l’assenza dell’orgasmo (un tempo chiamate frigidità) e la dispareunia (cioè il dolore nella penetrazione, un tempo chiamato vaginismo).
Come patologia della coppia si possono citare le “ coppie bianche” che cioè non hanno mai avuto rapporti sessuali completi.
Un’alta percentuale dei disturbi della sessualità sia maschile che femminile hanno una causa psicogena, ma è, in ogni caso, buona regola accertare sotto la guida di medici specialisti (ginecologo, urologo, andrologo) l’eventuale componente organica del disturbo.
Il metodo
La terapia sessuale è un intervento che mira a ristabilire il buon funzionamento soggettivo e relazionale della sessualità.
L’approccio più completo ed efficace è rivolto alla coppia stabile che partecipa insieme alle sedute, ma l’efficacia del metodo viene conservata anche lavorando direttamente con uno solo dei partner. Il metodo si rivela ugualmente valido anche se non esiste un partner fisso e persino se il partner non collabora.
Mediamente una terapia sessuale nella quale collaborino entrambi i partner può risolvere i sintomi e portare ad una sessualità soddisfacente e completa per entrambi (il che è lo scopo della terapia sessuale) in un arco di tempo che va dai 3 ai 6 mesi con incontri settimanali/quindicinali della durata di 1 ora.
La terapia sessuale può inoltre fare emergere ulteriori richieste di approfondimento terapeutico quando il problema sessuale ha una radice più profonda e fissata nella storia dell’individuo o delle dinamiche relazionali.
Caratteristica distintiva della terapia sessuale è quella di prescrivere comportamenti sessuali specifici, esperienze sensuali, sessuali ed erotiche da svolgere in coppia o individualmente, sia nell’intimità che in occasioni sociali.
A questo aspetto caratteristico e distintivo si aggiunge comunque come fondamentale ed irrinunciabile l’esplorazione delle dinamiche sia intrapsichiche che relazionali per quanto riguarda il rapporto con la propria identità di genere, la relazione con l’altro sesso e la sessualità in generale.
Le prescrizioni comportamentali date ai pazienti non sono mai né troppo difficili, né unicamente meccaniche; si tratta in sostanza di promuovere un ri-apprendimento (o in molti casi un primo apprendimento) di una conoscenza del sé corporeo e del sé sessuato. Per esempio l’identità sessuale può non essere del tutto integrata in una buona percezione di sé, oppure si è cristallizzata in una fase evolutiva precedente, o anche le problematiche sessuali possono esprimere inconsciamente dinamiche disfunzionali di coppia o individuali.
Un esempio
Un esempio abbastanza frequente è quello di una donna che non riesce più a vivere un rapporto completo sperimentando dolore vaginale così forte (dispareunia) da rifiutare il rapporto in toto. Prima andava tutto bene ora non più. Probabilmente la donna sta esprimendo al suo partner un rifiuto inconscio di lui come uomo o come persona.
O all’opposto l’uomo comincia a lamentare eiaculazione precoce, spesso alternata ad erezioni non complete o insoddisfacenti. Può forse sentire la partner particolarmente critica o esigente, sia nella sessualità che in altri ambiti relazionali, ma non esserne del tutto conscio, dando invece la colpa dei problemi allo stress, al fumo, alla scarsità di tempo…
Nei casi tipici citati sarà fondamentale dare alla coppia esercizi di intimità e di riscoperta, di conoscenza di sé e del partner, che da un lato sblocchino il conflitto e rimettano in moto il dialogo e la discussione gestita, ma che dall’altro arrivino in una certa misura a separare e ad autonomizzare la sfera della sessualità da quella della coppia in generale.
Le risposte emotive e pratiche della coppia agli esercizi sessuali prescritti diventano elementi di lavoro psicologico e servono ad evidenziare i punti forti e quelli invece da elaborare, occasione di interventi terapeutici.
Molto spesso mi è capitato di constatare che quello che era un mondo tabù, conflittuale e peccaminoso, del quale non si poteva parlare, si trasforma in un aspetto giocoso e affettivamente ricco del rapporto di coppia, senza più paura di dialogare, di sperimentare, di lasciarsi andare, e dove la sessualità diventa un’occasione privilegiata per giungere a quell’unione e a quell’intimità che tutti gli esseri umani, pur a volte temendola, desiderano ardentemente.
Bibliografia
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