Vi chiediamo un momento di riflessione, fermatevi, trovate un posto tranquillo, prendetevi un po’ di tempo, abbassate il rumore fuori e dentro di voi…

dal libro “La ricerca della felicità” di Krishnamurti:

“Mi sembra che, prima di intraprendere qualunque viaggio alla scoperta della realtà, (…) prima di poter agire, (…) è essenziale cominciare a comprendere innanzitutto noi stessi. Io considero persone serie coloro per i quali questa è l’esigenza principale e prioritaria, piuttosto che il fatto di perseguire un particolare fine: se non comprendiamo noi stessi, infatti, come possiamo con l’azione produrre un cambiamento nella società, nei rapporti, in tutto ciò che facciamo? (…)

Ma senza conoscere voi stessi, senza conoscere il vostro modo di pensare e il perché pensate certe cose, senza conoscere le radici dei vostri condizionamenti e le cause delle vostre convinzioni sull’arte, sulla religione, sul vostro paese, sui vostri simili e su voi stessi, come potete davvero riflettere su qualunque altra cosa? Senza conoscere il vostro retroterra culturale, senza conoscere la sostanza dei vostri pensieri e la loro origine, la vostra ricerca non può che essere vana, la vostra azione priva di significato. (…)

Per riuscire a seguire se stessi, per apprendere il funzionamento del proprio pensiero, bisogna essere straordinariamente vigili e iniziare così a sviluppare una sensibilità sempre maggiore al complesso intrico dei propri pensieri e reazioni e sentimenti, una maggiore consapevolezza non solo di se stessi, ma anche degli altri, di coloro con cui si è in rapporto. Conoscere se stessi vuol dire studiare se stessi nell’azione, che è rapporto. Ma la nostra impazienza ci ostacola: vogliamo andare avanti, arrivare a una conclusione, e così non abbiamo né il tempo, né l’occasione di concedere a noi stessi l’opportunità di fermarci a studiare, a osservare.

In alternativa, ci impegniamo in molteplici attività (…) siamo talmente impegnati in vari modi che a stento abbiamo tempo per riflettere, osservare, studiare. In realtà, dunque, la responsabilità della reazione non dipende dagli altri, ma da se stessi. (…) possiamo girare la terra in lungo e in largo, ma alla fine dovremo sempre tornare a noi stessi. E, dal momento che la maggior parte di noi non possiede alcuna consapevolezza di sé, ci risulta estremamente difficile cominciare a vedere con chiarezza il processo del nostro pensare, sentire e agire.

Quanto meglio conoscete voi stessi, tanto più c’è in voi chiarezza. La conoscenza di sé non ha mai termine, non si arriva ad alcun conseguimento tangibile, ad alcuna conclusione. E come un fiume infinito. Man mano che lo studio di sé procede e va sempre più in profondità, si trova la pace. Soltanto quando la mente è tranquilla, attraverso la conoscenza di sé e non attraverso un’autodisciplina imposta, solo allora, in quella tranquillità, in quel silenzio, la realtà può venire alla luce. Solo allora ci può essere beatitudine, ci può essere azione creativa”.

Come sintesi eccellente di quanto sopra citato possiamo far risuonare in noi le parole di

Gialal ad – Din Rumi:

Uomo, viaggia da te stesso a te stesso,

perché da un tale viaggio la terra diventi

purissimo oro

 

 

E la psicoterapia è un viaggio straordinario…